COMO, TRE PUNTI ALL'ULTIMO RESPIRO

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Luna park Sinigaglia: vantaggio Cittadella, poi focosa remuntada lariana con i gol di Verdi e Goldaniga. Il duello per il primato col Parma, continua.

(COMO – nostro servizio – Luca Savarese) – Pioggia che batte fuori dal Sinigaglia, creando sopra il lago leggeri ghirigori. Dentro, invece, nessun ghirigoro in campo. Non può concederseli il Como, slanciato e secondo in graduatoria, nonn se li può permettere il Cittadella, decimo a 45 punti e, con vista playoff.

Partita di lotta dura senza paura. Chi si aspettava il fioretto, deve invece fare i conti con la clava. I padovani si fanno apprezzare di più in avvio di gara, dove davanti, il numero 11 Pittarello, va e con foga, su sutti i palloni. Fascia a contenere i capelli lunghi, alla Rolando Bianchi, per intenderci.

Il Como, non trova spunti. La difesa a 3 di Gorini marca a uomo, e non fa respirare. Così Strefezza, Cutrone e Da Cunha, gli avanti comaschi, non trovano varchi. Quando ne trova uno, è bravo Kastrati a castrare, sul nascere, la gioia del gol ad una conclusione, bassa, di Da Cunha.

La ripresa, si apre con la pioggia battente e con Patrick Cutrone, che per un problema alla spalla, è costretto a dare forfait. Al suo posto dentro Simone Verdi (che una signora, in tribuna stampa, non giornalista, ma tifosa lariana, ne invocava la presenza in campo già ad inizi gara, forse una parente del talentuoso ragazzo nato a Broni nel pavese?)

L’ex Torino, Napoli e Verona, tempo di entrare, ed eccolo sguainare il suo sinistro, palla millimetrica per Gabrielloni, che però non coglie l’invito.

Gabrielloni, jesino, amato dal publico di casa e numero 9 qui dal 2018, che diventa capitano dopo l’uscita di scena di Cutrone.

Il Cittadella, realtà dove il Parma nel 2009 conquistò la promozione in A dopo la sua prima retrocessione in B nel 2008, è formazione solida, cambiano gli allenatori, ma non cambia la propria filosofia, quella di giocare un calcio combattuto, capace di mantenere la categoria e di infastidire la parte medio alta della classifica. Dopo gli anni di Foscarini e Venturato, dove la squadra sfiorò anche l’approdo in massima serie, ora, con la guida di Gorini, continua la sua favola, fatta di tanta prosa e poche svolazzi poetici. E proprio con la prosa, passa a condurre l’11 patavino, oggi, di giallo vestito.

Filippo Maria Pittarello, classe 96 e padovano, mette in atto una gara da fighter puro: non solo arriva primo davanti su tutte le palle, ma si propone, ma va via, ma corre a testa bassa e col corpo all’indietro, come fanno i punteri veri, a perdifiato. Con una finta entra in area e col mancino non forte, ma preciso e basso, batte Semper. Il cronometro ha toccato il minuto 71.

Nemmeno il tempo di esultare per gli ospiti e per il Parma, diretta interessata all’esito di questa sfida, e il Como trova il pari. Simone Verdi, fa capire perché di lui si è sempre detto essere un crack. Mancino, maligno, basso, che dopo aver lambito il palo basso, entra in porta.

Esplode il Sinigaglia e Verdi scivola a festeggiare sotto la panchina. Partita dura, partita vera, partita bella.

Il Como, le prova tutte. Fabregas, attivo in panchina e collaboratore di Roberts e quest’ultimo, mettono dentro tre punte, tra le quali Nsame, che con la maglia dello Young Boys, segnò un gol alla Juve, in Champions, qualche anno fa.

Il Cittadella, sente la pressione, incalzante, del Como, ne subisce il suo forsing infuocato. La nord, la culla del tifo casalingo, accompagna i giocatori di mister Roberts, scartandone le giocate.

Il signor Cosso, della sezione di Reggio Calabria, concede cinque minuti di recupero. Al tramonto di questi, al 94′, Edoardo Goldaniga, milanese ed arrivato sul lago a gennaio, proveniente dal Cagliari, capisce, prima dei difensori del Citta, che può rendere pulita una palla sporca, proveniente da un corner, dalla sinistra. Tocco sotto misura, Kastrati è battuto. Scoppia, a dismisura, la gioia del Sinigaglia. Ed anche la porzione di lago, che si osserva dalla tribune, alla sinistra della curva, sembra partecipare a questo gol, ai titoli di coda, dei titoli di coda.

Goldaniga, il match winner e Verdi, lanciano le maglie ad un nugolo di bambini, che senz’ indugio, sfruttano il pezzetto di cemento che permette di passare dai seggiolini dello stadio, a bordocampo.

“C’era gente che piangeva a fine partita, oggi abbiamo sentito forse un po’ di più la gara dove il Cittadella ci ha messo in difficoltà”. Già, la difficoltà, quella che prova a mettere il Como al Parma, fino alla fine, per andare in A col primo treno, alias il primo posto. Sembrano i due secoli del 5 maggio, l’un contro l’altro armati. A proposito, di 5 maggio, proprio il 5 ecco un’altro duello a distanza: Parma in campo al Tardini al cospetto della Cremonese e Como, nella vicina Modena. Anche se Manzoni, però, era dell’altro ramo del lago di Como, quello lecchese.  Luca Savarese

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